Dalla terra ricaviamo tutto quanto occorre alla nostra vita, su di essa crescono le piante che ci sostentano, con essa possiamo costruirci un riparo, possiamo realizzare dei contenitori per cuocere o conservare i cibi; alcuni tipi di terra curano le malattie, ma, prima di tutto, la terra è docile alla fantasia dell’uomo e quando questa incontra la fiamma della fornace diventa eterna memoria di chi l’ha plasmata.
Questo, che è, per le esigenze del materiale trattato, il laboratorio più lungo, rappresenta anche un’ occasione unica per confrontarsi in modo serio con la terra. L’argilla cotta rappresenta una testimonianza della civiltà, da cui l’archeologia non può prescindere.
Plasmarla è un piacere unico, come emozione unica è vedere il forno che, palpitante, cuoce quanto da noi realizzato.

Il laboratorio si svolgerà nella prima parte in classe, dove i ragazzi daranno vita, con l’aiuto dell’esperto, agli oggetti che aleggiano nella loro mente (se collegato a un programma di storia

è possibile realizzare piccole ciotole a colombino o statuette a tema). Durante la realizzazione saranno introdotte le regole fondamentali di manipolazione della creta.
Il secondo incontro, che avverrà ad essiccazione terminata, vedrà i ragazzi in fattoria, e più precisamente al Campo Celtico, intenti a scoprire il metodo antico di cottura nella fornace qui ricostruita.

Di fronte ai loro occhi avverranno le fasi di carica, sigillatura e accensione del forno; seguiranno alcune dimostrazioni esplicative. Il materiale rimarrà in cottura per 3 giorni, poi sarà consegnato direttamente alle classi in un terzo momento.